Articolo: Jobs Act e nuovi controlli a distanza

approfondimento di Massimo T. Goffredo e Vincenzo Meleca
Estratto dal n. 31/2016 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)

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Diritto_pratica_lavoro“Il D.Lgs. n. 151/2015 ha apportato alcune interessanti modifiche al testo dell’art. 4, legge n. 300/1970.

Il principale scopo del legislatore è stato probabilmente quello di prendere atto che le tecnologie telematiche hanno reso decisamente problematica l’applicazione di norme emanate quasi mezzo secolo fa, quando telefoni cellulari e smartphone, personal computer e tablet, internet, posta elettronica erano per lo più ancora in fase di ideazione. In effetti, tali nuove tecnologie hanno superato la distinzione concettuale, contenuta nell’art. 4 Stat. lav., tra strumento deputato al controllo e strumento di lavoro: gli strumenti sopra citati infatti, costituiscono nell’attuale sistema di organizzazione del lavoro “normali” strumenti per rendere la prestazione lavorativa, ma consentono al contempo un controllo continuo e capillare sull’attività del lavoratore, come del resto ha affermato la Corte europea dei diritti umani con sentenza n. 61496/08 del 12 gennaio 2016.

Le modifiche sono pertanto tese a rendere più semplici per i datori di lavoro le procedure per i controlli su alcuni strumenti di lavoro, cercando però, nel contempo, di rispettare quei livelli minimi di rispetto della dignità e della privacy dei lavoratori stessi che la giurisprudenza aveva così significativamente sottolineato: “L’articolo 4 dello Statuto fa parte di quella complessa normativa diretta a contenere in vario modo le manifestazioni del potere organizzativo e direttivo del datore di lavoro che, per le modalità di attuazione incidenti nella sfera della persona, si ritengono lesive della dignità e della riservatezza del lavoratore (…) sul presupposto – espressamente precisato nella Relazione ministeriale – che la vigilanza sul lavoro, ancorché necessaria nell’organizzazione produttiva, vada mantenuta in una dimensione umana, e cioè non esasperata dall’uso di tecnologie che possono rendere la vigilanza stessa continua e anelastica, eliminando ogni zona di riservatezza e di autonomina nello svolgimento del lavoro”.

Nelle note che seguono cercheremo di illustrare le novità, non trascurando di evidenziare le perplessità espresse sia da parte sindacale, sia da parte del Garante della Privacy…..continua la lettura

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Autore: Wolters Kluwer Italia

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