INL: Vigilanza sul lavoro – presentati i risultati dell’attività fino al 30 novembre

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L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha presentato, in data 21 dicembre 2017, i dati dell’attività ispettiva in materia di lavoro effettuata fino al 30 novembre 2017.

150.651 controlli effettuati o avviati nel corso del 2017; 95.006 irregolarità riscontrate; 43.792 lavoratori in nero; 22.342 lavoratori oggetto di interposizione illecita; 4.400 casi di caporalato in agricoltura; verbali per oltre venticinque milioni di euro per alcune aziende responsabili di violazioni su vasta scala.
Sono questi alcuni dei dati presentati oggi alla stampa, presso la sede del Ministero in Via Veneto, che fotografano il bilancio delle attività svolte quest’anno, fino al 30 novembre, dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro.

A commentarli, Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti; il Capo dell’INL, Paolo Pennesi; il Direttore Centrale Vigilanza, Affari Legali e Contenzioso dell’Ispettorato Nazionale, Danilo Papa; il Direttore Generale dell’INPS,Gabriella Di Michele; il generale Stefano Screpanti, Capo III Reparto Operazioni Guardia di Finanza; il colonnello Nicodemo Macrì, Comandante Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro.

Soddisfazione del Ministro Poletti per i risultati raggiunti dall’Amministrazione, che ha sottolineato l’importanza delle novità introdotte dal Jobs Act nel rendere più efficiente ed efficace l’assetto organizzativo preesistente. “Grazie alla costituzione del nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro, è stato possibile razionalizzare le funzioni svolte in passato separatamente da Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, INPS e INAIL, al fine di rendere più veloce e incisiva l’attività di vigilanza. I risultati raggiunti – ha detto – dimostrano che siamo sulla buona strada, affinché si possano offrire maggiori tutele ai lavoratori ed assicurare condizioni di mercato al riparo dalle distorsioni della concorrenza”.

Il Ministro ha quindi ricordato come stia proseguendo il lavoro di valorizzazione delle risorse umane impegnate nelle attività di vigilanza e nello sviluppo di nuove importanti norme in questo campo, come ad esempio quella sulla tracciabilità del pagamento degli stipendi e quella per combattere le c.d. “cooperative spurie”, entrambi in fase di approvazione nella legge di Bilancio. “Misure – ha concluso Poletti – finalizzate a far crescere le imprese in un contesto positivo, in un mercato del lavoro che vive nella legalità: chi cerca scorciatoie per ottenere riduzioni dei costi del lavoro del 40% deve essere consapevole che ciò comporta andare incontro a gravi responsabilità civili e penali.”

Al Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, Paolo Pennesi, è toccato il compito di illustrare ai giornalisti i dati dell’attività svolta fino al 30 novembre. “Nei primi 11 mesi del 2017, l’Ispettorato ha effettuato 150.651 controlli in aziende, trovando 95.006 irregolarità (il 65% dei casi)tra cui 43.792 lavoratori in nero“. In pratica, circa due aziende su tre sono state trovate in una situazione di irregolarità e, tra queste, esiste un lavoratore in “nero” ogni due aziende irregolari. “Risultati che – a parere del Direttore – dimostrano come il nuovo assetto migliori la capacità di programmazione e produttività degli interventi e renda più proficua l’attività di intelligence”.

Tra le diverse tipologie di violazioni, quello che emerge è ancora molto lavoro nero, ma anche una costante destrutturazione del mercato del lavoro e dei processi produttivi, che fa crescere esponenzialmente i casi di irregolare esternalizzazione e somministrazione, tra cui alcune di particolare gravità che hanno portato a sanzioni particolarmente ingenti, pari ad oltre venticinque milioni di euro, disposte dall’INL nei confronti di singole aziende responsabili di violazioni su vasta scala.

Un quadro in costante cambiamento, quindi, che richiede un approccio sempre più integrato anche con la Guardia di Finanza e l’Arma dei Carabinieri, entrambi chiamati a svolgere funzioni essenziali nella lotta ai reati connessi alla gestione irregolare.

È stato proprio il generale Stefano Screpanti, Capo III Reparto Operazioni Guardia di Finanza, infatti, a osservare come il contrasto del lavoro sommerso rappresenti una delle attività più rilevanti tra quelle svolte dalle Fiamme Gialle, in quanto violazioni tipiche dell’Ordinamento del Lavoro, a cui spesso si associano quelle di turbativa della concorrenza e di false fatturazioni, che comportano responsabilità con gravi conseguenze sul piano penale.

In sintonia con il generale della Guardia di Finanza, anche il colonnello Nicodemo Macrì, Comandante Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, che ha osservato come il caporalato rappresenti uno degli obiettivi prioritari sulla base delle indicazioni impartite dal Ministro, anche per la diffusione del fenomeno su tutto il territorio nazionale, a differenza di quanto si ritenga erroneamente confinato nel Mezzogiorno del Paese.

Il Direttore Generale dell’INPS, Gabriella Di Michele, infine, ha concluso l’incontro esprimendo la particolare soddisfazione per il definitivo avvio dell’INL e per i risultati raggiunti, a cui l’INPS ha contribuito con risorse umane e strumentali, anche attraverso gli innovativi sistemi di controllo del comportamento aziendale adottati dall’ente, che hanno consentito di recuperare circa 250 milioni di entrate e di individuare 27.000 falsi lavoratori, con conseguenti 400 milioni di minori uscite e un complessivo incremento dell’incasso di contributi correnti pari a circa il 3,2 % rispetto all’anno scorso.

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Autore: La Redazione

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