Min.Lavoro: Comunicazioni Obbligatorie – la Nota relativa al III trimestre 2021

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato, in data 7 dicembre 2021, la Nota trimestrale relativa al III trimestre 2021, tratta dal Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro.

La Nota descrive le attivazioni, le trasformazioni a tempo indeterminato e le cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato. Inoltre, vengono descritte le consistenze e le dinamiche tendenziali dei tirocini extracurriculari relativi al terzo trimestre 2021.

 

La Sintesi

Nel terzo trimestre del 2021, le attivazioni dei contratti di lavoro, calcolate al netto delle trasformazioni a Tempo Indeterminato, sono risultate pari a 3 milioni e 127 mila, in  aumento del 9,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (pari a +269 mila contratti), e hanno riguardato 2 milioni e 455 mila lavoratori, con un aumento tendenziale di +7,3% (pari a circa 168 mila individui) (Grafico 1). Considerando anche le trasformazioni a Tempo Indeterminato, pari a poco più di 188  mila, il numero complessivo di attivazioni di contratti di lavoro raggiunge 3 milioni 315 mila, in crescita del 9,8%, pari a 296 mila attivazioni in più rispetto al corrispondente periodo del 2020.

L’aumento delle attivazioni ha coinvolto in misura maggiore il Centro (+15,4%) e il Nord del Paese (+13,6%), rispetto al Mezzogiorno (+2,1%). La crescita dei rapporti ha determinato un aumento della quota percentuale di attivazioni nei Servizi sul totale, pari al 72,9%, in aumento di 1,5 punti percentuali rispetto a quella osservata nello stesso trimestre dell’anno precedente. Le attivazioni nell’Industria in senso stretto, che rappresentano l’8% del totale, registrano nel terzo trimestre del 2021 la crescita tendenziale maggiore, con un aumento del 22,0%, che risulta su
periore negli uomini (+24,5%) rispetto alle donne (+16,7%). Analogamente, nel settore
delle Costruzioni, che mostra un incremento del 20,9%, gli uomini presentano una variazione superiore (+21,0% a fronte di +17,5% delle donne). Il settore dell’Agricoltura, che con 440 mila attivazioni assorbe il 13,3% del totale, fa registrare un calo (-9,5%), riconducibile alla diminuzione sia della componente maschile (-9,8%) sia di quella femminile (-8,9%).

Le attivazioni dei contratti a Tempo Indeterminato, comprensive di 188 mila trasformazioni (di cui circa 124 mila da Tempo Determinato e circa 65 mila da Apprendistato), determinano un complessivo flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato pari a 629 mila, in aumento tendenziale di 73 mila attivazioni (+13,2%), che risulta superiore rispetto alle 547 mila cessazioni a Tempo Indeterminato.

La dinamica delle trasformazioni contribuisce al positivo andamento del flusso in ingresso verso il Tempo Indeterminato, spiegato per il 36,7% dall’incremento delle trasformazioni a Tempo Indeterminato (pari a +27 mila).

Le attivazioni dei rapporti a tempo Determinato, pari a 2 milioni 198 mila, mostrano un incremento del 7,8% (+160 mila rapporti di lavoro) così come quelle relative ai contratti di Apprendistato (+21,3%) e quelle appartenenti alla tipologia contrattuale Altro, costituita per lo più da contratti di lavoro intermittenti (+17,9%). I contratti di Collaborazione diminuiscono, invece, dell’1,3% rispetto allo stesso trimestre del 2020.

L’aumento dei lavoratori attivati viene determinato per effetto di un maggiore aumento nelle donne (+7,9%) rispetto a quello degli uomini (+6,8%). La crescita registrata è maggiormente evidente per gli individui con età fino a 24 anni (+14,5% per le donne e +10,8% per gli uomini).

Il numero di attivazioni pro-capite passa da 1,25 nel terzo trimestre del 2020 a 1,27 nel terzo trimestre del 2021.

Nel trimestre in esame si registrano 2 milioni 935 mila cessazioni di contratti di lavoro, con un incremento pari al 16,4% (+413 mila unità) rispetto allo stesso trimestre del 2020. Al numero di cessazioni osservate nel trimestre si associano 2 milioni 308 mila lavoratori, con incremento di 300 mila unità (pari a +14,9%).

La crescita tendenziale delle cessazioni (+16,4%) risulta superiore rispetto a quella osservata per le attivazioni (+9,4%), così come l’aumento tendenziale dei lavoratori cessati (+14,9%) è maggiore di quello dei lavoratori attivati (+7,3%).

I rapporti di lavoro cessati registrano un incremento che interessa in misura superiore la componente femminile (+17,5%) nei confronti di quella maschile (+15,5%), ed è esteso a tutte le ripartizioni geografiche, mostrando un tasso di variazione superiore nel Centro (+23,1%, pari a +126 mila) e nel Nord (+18,7%, pari a +195 mila) rispetto al Mezzogiorno (+9,8%, pari a +91 mila).

Nei Servizi, in cui è concentrato il 75,1% delle cessazioni, i rapporti giunti al termine sono cresciuti in termini tendenziali del 19,9% (pari a +366 mila unità). Nel settore industriale, che rappresenta il 13,2% del totale dei rapporti cessati, le Costruzioni registrano la crescita più elevata (+22,6%) rispetto a quella osservata nell’Industria in senso stretto (+20,2%). A fronte della crescita delle cessazioni nei Servizi e nell’Industria, nel settore Agricolo i rapporti di lavoro cessati subiscono una diminuzione (-5,8%, pari a circa -21mila).

Le dinamiche tendenziali delle cessazioni registrano una variazione di segno positivo estesa a tutte le tipologie contrattuali: l’incremento maggiore, pari a +30%, si registra per l’Apprendistato, che rappresenta una quota poco elevata (3,0%) rispetto al totale delle cessazioni, a fronte di una variazione pari a +16,6% per i rapporti di lavoro a Tempo Indeterminato e a +16,1% per i contratti a tempo Determinato, che rappresentano la quota maggiore (66,3%) rispetto al totale dei contratti. Una percentuale di crescita superiore si rileva nella tipologia contrattuale Altro (+19,5%), mentre i contratti di Collaborazione registrano la minore variazione tendenziale (+3,6%).

Il confronto con il terzo trimestre 2020 mostra un incremento in tutte le classi di durata e in particolare nei rapporti di brevissima durata, pari ad un giorno (+37,2%, pari a +86 mila rapporti) e in quelli di 91-365 giorni (+35,2%, pari a +232 mila); una variazione minore si registra nel caso di rapporti di durata superiore ad un anno (+7,8%, pari a +38 mila), mentre l’incremento più basso si registra nei contratti di durata pari a 31-90 giorni (+2,4%, pari a +15 mila).

Tra le cause di cessazione si registra una diminuzione in quelle rientranti nella Cessazione Attività (-6,5%) e nei Pensionamenti (-2,3%), mentre le variazioni maggiormente significative si registrano per le Dimissioni (+26,7%, pari a +111 mila) e, nell’ambito di quelle promosse dal datore di lavoro, per i Licenziamenti (+22%, pari a +29 mila) e per la categoria Altro (+27,9%).

Relativamente ai contratti di lavoro in somministrazione, nel terzo trimestre del 2021 si registrano 360 mila attivazioni e 372 mila cessazioni, In crescita rispettivamente del 26,4% e del 40,2% rispetto allo stesso trimestre del 2020.

Nel terzo trimestre del 2021, le attivazioni dei tirocini extracurriculari sono risultate pari a circa 77 mila, in aumento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (+11,5%, pari a +8 mila tirocini) soprattutto per la componente femminile (+12,4% contro +10,7% per la componente maschile).

Nelle regioni del Nord si osserva il più elevato numero di tirocini attivati, pari nel secondo trimestre del 2021 a poco più di 45 mila, corrispondente al 59,2% del totale nazionale (a fronte del 15,7% del Centro e del 25,1% del Mezzogiorno).

Il 73,5% del totale delle attivazioni di tirocini extracurriculari risulta concentrato nel settore dei Servizi, che mostra un aumento pari a +8,2% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. L’Industria, con una crescita più intensa, pari a +24,3%, rappresenta il 24,9% dei tirocini avviati nel complesso delle attività economiche. Il settore dell’Agricoltura, che assorbe appena l’1,6% del totale, fa registrare un calo pari a -9,2%.

I principali promotori di tirocini extracurriculari sono rappresentati dai Servizi per l’impiego (29,9%) e dai Soggetti autorizzati alla intermediazione dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (27,6%) mentre la maggior parte dei tirocini è stata avviata a favore di soggetti disoccupati o inoccupati (74,5%). I tirocini promossi a favore di persone fragili costituiscono il 13,0% del totale, con una prevalenza per quelli svolti da persone prese in carico dai servizi sociali e/o sanitari (6,6%) e soggetti svantaggiati (4,4%) rispetto ai tirocini promossi a favore di disabili (2,0%).

Le cessazioni, nel terzo trimestre 2021, hanno interessato circa 92 mila tirocini, la maggior parte dei quali (64,1%) ha avuto una durata compresa tra 91 e 365 giorni.

 

Il testo completo della Nota

 

Fonte: Ministero del Lavoro

La Redazione

Autore: La Redazione

Condividi questo articolo su