Min.Lavoro: firmato Protocollo contro il caporalato

ministero lavoro

Il Ministro del Lavoro firmato il Protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Il documento, che è stato sottoscritto assieme ai ministri dell’Interno e delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha l’obiettivo di consolidare una “rete”, costituita da tutti i soggetti interessati, per la messa in campo di iniziative che realizzeranno progetti concreti contro il fenomeno del caporalato e il miglioramento delle condizioni di accoglienza dei lavoratori.

L’intesa – che è stata sottoscritta anche dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dalle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, dalle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, dalle associazioni di categoria Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Cna, Acli Terra, Alleanza delle Cooperative Italiane, Caritas, Libera e dalla Croce Rossa Italiana – ha come finalità principale il sostegno e il rafforzamento degli interventi di contrasto al caporalato e allo sfruttamento su tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda l’ambito operativo, sarà dedicata particolare attenzione ai territori delle provincie di Caserta, Foggia, Lecce, Potenza, Ragusa e Reggio Calabria.

Il Ministro Poletti, elencando la numerosa compagine dei firmatari, ha osservato come il Protocollo segni, di fatto, “la nascita di una bella alleanza contro il caporalato”.  La forte presenza delle Istituzioni, delle Regioni, del volontariato, del sindacato, dell’associazionismo, ha proseguito è sinonimo di “forze che hanno deciso di stare dalla parte della legalità”.

Il pensiero del Ministro è stato chiaro pure sull’impostazione da dare agli interventi: “Il caporalato non si combatte un mese l’anno, a luglio, se ci sono 44 gradi e accade una disgrazia, e non si può parlare di emergenza in presenza di un fenomeno che è storico. I risultati, infatti, si otterranno soltanto se esso non sarà più gestito come un’emergenza. Occorre, invece – è stata la sua conclusione – una grande costanza”.

La filosofia del Protocollo è stata messa in rilievo anche dal Ministro Alfano che ha parlato dello “spirito di squadra del lavorare assieme”, come di un ingrediente imprescindibile per il successo delle iniziative previste.

Per il Ministro Martina, il Protocollo consentirà di “sperimentare un modello di interventi che contrasti lo sfruttamento, soprattutto dei lavoratori stagionali immigrati”.

Nello specifico, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali garantirà e faciliterà il confronto tra le parti sociali e istituzionali, anche con la promozione di campagne d’informazione e sensibilizzazione sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, intervenendo con progetti contro il caporalato.

 

LE AZIONI PRINCIPALI

– Stipula di convenzioni, per l’introduzione del servizio di trasporto gratuito per le lavoratrici e i lavoratori agricoli che copra l’itinerario casa/lavoro;

– Istituzione di presidi medico-sanitari mobili per assicurare interventi di prevenzione e di primo soccorso;

– Destinazione d’utilizzo di beni immobili disponibili o confiscati alla criminalità organizzata per creare centri di servizio e di assistenza socio-sanitari organizzati dalle competenti istituzioni anche in collaborazione con le organizzazioni di terzo settore e con le parti sociali;

– Progetti pilota che prevedano l’impiego temporaneo di immobili demaniali in caso di necessità di gestione delle emergenze connesse all’accoglienza dei lavoratori stagionali;

– Bandi per promuovere l’ospitalità dei lavoratori stagionali in condizioni dignitose e salubri, per contrastare la nascita o il perdurare di ghetti;

– Sperimentazione di sportelli di informazione per l’incontro domanda e offerta di servizi abitativi, anche valorizzando le esperienze promosse dalle parti sociali;

– Organizzazione di servizi di distribuzione gratuita di acqua e viveri di prima necessità per lavoratori stagionali;

– Potenziamento delle attività di tutela ed informazione ai lavoratori;

– Attivazione di servizi di orientamento al lavoro mediante i Centri per l’impiego ed i servizi attivati dalle parti sociali, in prossimità del luogo di stazionamento dei migranti, per consentire un facile accesso ai servizi forniti dallo stesso ente;

– Attivazione di sportelli informativi attraverso unità mobili provviste di operatori quali mediatori linguistico-culturali, psicologi e personale competente;

– Istituzione di corsi di lingua italiana e di formazione lavoro per i periodi successivi all’instaurazione del rapporto di lavoro agricolo.

 

Fonte: Ministero del Lavoro

 

La Redazione

Autore: La Redazione

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