Governo: pubblicato il Decreto Flussi 2019

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Il Consiglio dei Ministri ha pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile 2019, il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2019 concernente la “Programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato per l’anno 2019“.

A titolo di programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari per l’anno 2019, sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro una quota complessiva massima di 30.850 unita’

Sono ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari entro una quota complessiva massima di 30.850 unità, di cui:

  • 12.850 unità, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo.
  • 500 cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero, che abbiano completato programmi di formazione ed istruzione nei Paesi d’origine ai sensi dell’art. 23 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.
  • 100 lavoratori di origine italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado in linea diretta di ascendenza, residenti in Argentina, Uruguay, Venezuela e Brasile, per motivi di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo.

Inoltre, sempre nell’ambito della quota massima prevista, è autorizzata la conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di:

  • 4.750 permessi di soggiorno per lavoro stagionale;
  • 3.500 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
  • 800 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione europea.

Infine, sempre nell’ambito della quota massima prevista, è prevista la conversione in permessi di soggiorno per lavoro autonomo di:

  • 700 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione professionale;
  • 100 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro dell’Unione europea.

E’ consentito l’ingresso in Italia per motivi di lavoro autonomo, di 2.400 cittadini non comunitari residenti all’estero, appartenenti alle seguenti categorie:

  1. imprenditori che intendono attuare un piano di investimento di interesse per l’economia italiana, che preveda l’impiego di risorse proprie non inferiori a 500.000 euro e provenienti da fonti lecite, nonche’ la creazione almeno di tre nuovi posti di lavoro;
  2. liberi professionisti che intendono esercitare professioni regolamentate o vigilate, oppure non regolamentate ma rappresentate a livello nazionale da associazioni iscritte in elenchi tenuti da pubbliche amministrazioni;
  3. titolari di cariche societarie di amministrazione e di controllo espressamente previsti dal decreto interministeriale 11 maggio 2011, n. 850;
  4. artisti di chiara fama o di alta e nota qualificazione professionale, ingaggiati da enti pubblici o privati, in presenza dei requisiti espressamente previsti dal decreto  interministeriale 11 maggio 2011, n. 850;
  5. cittadini stranieri che intendono costituire imprese «start-up innovative» ai sensi della legge 17 dicembre 2012, n. 221, in presenza dei requisiti previsti dalla stessa legge e che sono titolari di un rapporto di lavoro di natura autonoma con l’impresa.

Nell’ambito della quota massima di 30.850 unità, sono ammessi in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero, i cittadini non comunitari residenti all’estero entro una quota di 18.000 unità. La quota riguarda i lavoratori subordinati stagionali non comunitari cittadini di Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea (Repubblica di Corea), Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina. Nell’ambito della quota, è riservata una quota di 2.000 unità per i lavoratori non comunitari, cittadini dei Paesi suindicati, che abbiano fatto ingresso in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale almeno una volta nei cinque anni precedenti e per i quali il datore di lavoro presenti richiesta di nulla osta pluriennale per lavoro subordinato stagionale.

Fonte: Gazzetta Ufficiale

 

 


 

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12 marzo 2019 

Programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei  lavoratori  non
comunitari nel territorio dello Stato per l'anno 2019.
 
              IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 
 
  Visto il decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286,  e  successive
modificazioni  ed  integrazioni,  recante  il   testo   unico   delle
disposizioni concernenti  la  disciplina  dell'immigrazione  e  norme
sulla  condizione  dello   straniero,   di   seguito   «testo   unico
dell'immigrazione»; 
  Visto,  in  particolare,  l'art.  3,  comma  4,  del  testo   unico
dell'immigrazione, che prevede che la  determinazione  annuale  delle
quote massime di stranieri da ammettere nel  territorio  dello  Stato
avviene con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri,  sulla
base dei criteri generali per la definizione  dei  flussi  d'ingresso
individuati nel  documento  programmatico  triennale,  relativo  alla
politica dell'immigrazione e degli  stranieri  nel  territorio  dello
Stato, e che  «in  caso  di  mancata  pubblicazione  del  decreto  di
programmazione annuale, il Presidente del Consiglio dei ministri puo'
provvedere in via transitoria,  con  proprio  decreto,  entro  il  30
novembre,  nel  limite  delle  quote  stabilite  nell'ultimo  decreto
emanato»; 
  Visto il decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n.
394,  recante  il  regolamento  di   attuazione   del   testo   unico
sull'immigrazione; 
  Rilevato che il documento  programmatico  triennale  non  e'  stato
emanato; 
  Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri  del  15
dicembre 2017, pubblicato nella  Gazzetta  Ufficiale  n.  12  del  16
gennaio 2018, concernente la programmazione  transitoria  dei  flussi
d'ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio  dello  Stato
per l'anno 2018, che ha previsto  una  quota  complessiva  di  30.850
cittadini non comunitari per  l'ingresso  in  Italia  per  motivi  di
lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo; 
  Considerato che per l'anno 2019 e' necessario prevedere  una  quota
di ingresso di lavoratori non comunitari per lavoro  non  stagionale,
residenti all'estero, che hanno partecipato  a  corsi  di  formazione
professionale  e  di  istruzione  nei  Paesi  di  origine,  ai  sensi
dell'art. 23 del citato testo unico  sull'immigrazione,  al  fine  di
assicurare continuita' ai rapporti di cooperazione con i Paesi terzi; 
  Rilevato che  ai  sensi  dell'art.  21  del  medesimo  testo  unico
sull'immigrazione  e'  opportuno  prevedere  una   quota   d'ingresso
riservata ai lavoratori di origine italiana; 
  Tenuto conto inoltre delle esigenze di specifici settori produttivi
nazionali che richiedono lavoratori autonomi per particolari  settori
imprenditoriali e professionali; 
  Ravvisata l'esigenza di consentire la conversione  in  permessi  di
soggiorno per lavoro subordinato e per lavoro autonomo di permessi di
soggiorno rilasciati ad altro titolo; 
  Ravvisata infine la necessita' di prevedere una quota  di  ingresso
di lavoratori non comunitari per lavoro stagionale  da  ammettere  in
Italia per l'anno 2019, per le esigenze del settore  agricolo  e  del
settore turistico-alberghiero e che, allo scopo  di  semplificare  ed
ottimizzare procedure e tempi per l'impiego dei lavoratori stagionali
da parte dei datori di lavoro, e' opportuno incentivare le  richieste
di nulla osta al lavoro pluriennale, riservando una  specifica  quota
all'interno della quota stabilita per il lavoro stagionale; 
  Rilevato che ai fini anzidetti puo'  provvedersi  con  decreto  del
Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  da  adottare,  in  via  di
programmazione transitoria, nel limite  della  quota  complessiva  di
30.850  unita'  per  l'ingresso   di   lavoratori   non   comunitari,
autorizzata per l'anno 2018 con il citato decreto del Presidente  del
Consiglio dei ministri del 15 dicembre 2017; 
  Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei  ministri  del  6
giugno 2018, con il quale al Sottosegretario di Stato alla Presidenza
del Consiglio dei ministri, onorevole dottor Giancarlo Giorgetti,  e'
stata  conferita  la  delega  per  la  firma  di  decreti,   atti   e
provvedimenti  di  competenza  del  Presidente  del   Consiglio   dei
ministri; 
 
                              Decreta: 
 
                               Art. 1 
 
  1. A titolo di programmazione transitoria dei flussi d'ingresso dei
lavoratori non comunitari per l'anno 2019, sono  ammessi  in  Italia,
per motivi di lavoro subordinato stagionale e  non  stagionale  e  di
lavoro  autonomo,  i  cittadini  non  comunitari  entro   una   quota
complessiva massima di 30.850 unita'. 
                               Art. 2 
 
  1. Nell'ambito  della  quota  massima  indicata  all'art.  1,  sono
ammessi in Italia, per motivi di lavoro subordinato non stagionale  e
di lavoro autonomo, i cittadini non comunitari  entro  una  quota  di
12.850 unita'. 
  2. Nell'ambito della quota indicata al comma  1,  sono  ammessi  in
Italia 500 cittadini stranieri non comunitari  residenti  all'estero,
che abbiano completato programmi  di  formazione  ed  istruzione  nei
Paesi d'origine ai sensi dell'art.  23  del  decreto  legislativo  25
luglio 1998, n. 286. 
  3. E' inoltre consentito l'ingresso in  Italia,  nell'ambito  della
quota indicata al comma 1,  per  motivi  di  lavoro  subordinato  non
stagionale e  di  lavoro  autonomo,  di  100  lavoratori  di  origine
italiana per parte di almeno uno dei genitori fino al terzo grado  in
linea  diretta  di  ascendenza,  residenti  in  Argentina,   Uruguay,
Venezuela e Brasile. 
  4. Nell'ambito della quota prevista al comma 1, e'  autorizzata  la
conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato di: 
    a) 4.750 permessi di soggiorno per lavoro stagionale; 
    b)  3.500  permessi  di  soggiorno  per  studio,  tirocinio   e/o
formazione professionale; 
    c) 800 permessi di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo
rilasciati  ai  cittadini  di  Paesi  terzi  da  altro  Stato  membro
dell'Unione europea. 
  5. E' inoltre autorizzata,  nell'ambito  della  quota  indicata  al
comma 1, la conversione in permessi di soggiorno per lavoro  autonomo
di: 
    a) 700 permessi di soggiorno per studio, tirocinio e/o formazione
professionale; 
    b) 100  permessi  di  soggiorno  UE  per  soggiornanti  di  lungo
periodo, rilasciati ai cittadini di Paesi terzi da altro Stato membro
dell'Unione europea. 
                               Art. 3 
 
  1.  E'  consentito  l'ingresso  in  Italia  per  motivi  di  lavoro
autonomo, nell'ambito della quota prevista all'art. 2,  comma  1,  di
2.400 cittadini non  comunitari  residenti  all'estero,  appartenenti
alle seguenti categorie: 
    a) imprenditori che intendono attuare un piano di investimento di
interesse per l'economia italiana, che preveda l'impiego  di  risorse
proprie non inferiori a 500.000 euro e provenienti da  fonti  lecite,
nonche' la creazione almeno di tre nuovi posti di lavoro; 
    b) liberi professionisti  che  intendono  esercitare  professioni
regolamentate o vigilate, oppure non regolamentate ma rappresentate a
livello nazionale da  associazioni  iscritte  in  elenchi  tenuti  da
pubbliche amministrazioni; 
    c)  titolari  di  cariche  societarie  di  amministrazione  e  di
controllo espressamente previsti  dal  decreto  interministeriale  11
maggio 2011, n. 850; 
    d) artisti di  chiara  fama  o  di  alta  e  nota  qualificazione
professionale, ingaggiati da enti pubblici o privati, in presenza dei
requisiti espressamente previsti  dal  decreto  interministeriale  11
maggio 2011, n. 850; 
    e) cittadini stranieri che intendono costituire imprese «start-up
innovative» ai sensi  della  legge  17  dicembre  2012,  n.  221,  in
presenza dei  requisiti  previsti  dalla  stessa  legge  e  che  sono
titolari di un rapporto di lavoro di natura autonoma con l'impresa. 
                               Art. 4 
 
  1. Nell'ambito  della  quota  massima  indicata  all'art.  1,  sono
ammessi in Italia per motivi di  lavoro  subordinato  stagionale  nei
settori agricolo e turistico-alberghiero, i cittadini non  comunitari
residenti all'estero entro una quota di 18.000 unita'. 
  2. La quota indicata al comma 1 del presente  articolo  riguarda  i
lavoratori  subordinati  stagionali  non  comunitari   cittadini   di
Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea  (Repubblica  di  Corea),
Costa d'Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, ex Repubblica Jugoslava
di Macedonia, Filippine,  Gambia,  Ghana,  Giappone,  India,  Kosovo,
Mali,  Marocco,  Mauritius,  Moldova,  Montenegro,  Niger,   Nigeria,
Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Ucraina. 
  3. Nell'ambito  della  quota  indicata  al  comma  1  del  presente
articolo, e' riservata una quota di 2.000 unita' per i lavoratori non
comunitari, cittadini dei Paesi indicati  al  comma  2,  che  abbiano
fatto ingresso in Italia per prestare lavoro  subordinato  stagionale
almeno una volta nei cinque anni precedenti e per i quali  il  datore
di lavoro presenti richiesta di nulla  osta  pluriennale  per  lavoro
subordinato stagionale. 
                               Art. 5 
 
  I termini per la presentazione delle domande ai sensi del  presente
decreto decorrono: 
    a) per le categorie dei lavoratori non comunitari  indicate  agli
articoli 2 e 3, dalle ore 9,00 del  settimo  giorno  successivo  alla
data di pubblicazione del presente decreto nella  Gazzetta  Ufficiale
della Repubblica italiana; 
    b) per i lavoratori non comunitari stagionali  previsti  all'art.
4, dalle ore 9,00 del quindicesimo giorno  successivo  alla  data  di
pubblicazione del presente decreto  nella  Gazzetta  Ufficiale  della
Repubblica italiana. 
                               Art. 6 
 
  1. Le quote per lavoro subordinato, stagionale  e  non  stagionale,
previste dal presente  decreto,  sono  ripartite  dal  Ministero  del
lavoro e delle politiche sociali tra gli Ispettorati territoriali del
lavoro, le regioni e le province autonome. 
  2.  Trascorsi  novanta  giorni  dalla  data  di  pubblicazione  del
presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica  italiana,
qualora il Ministero del lavoro  e  delle  politiche  sociali  rilevi
quote significative non utilizzate tra quelle previste  dal  presente
decreto, puo' effettuarne una diversa suddivisione sulla  base  delle
effettive  necessita'  riscontrate  nel  mercato  del  lavoro,  fermo
restando il limite massimo complessivo indicato all'art. 1. 
  3. Resta fermo quanto previsto dall'art. 34, comma 7,  del  decreto
del  Presidente  della  Repubblica  31  agosto  1999,  n.   394   con
riferimento  alla  redistribuzione  della  quota  di  lavoratori  non
comunitari formati all'estero prevista dall'art. 2, comma 2. 
                               Art. 7 
 
  Le disposizioni attuative relative  all'applicazione  del  presente
decreto  saranno  definite,  in  un'ottica  di  semplificazione,  con
apposita  circolare  congiunta  del  Ministero  dell'interno  e   del
Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sentito il  Ministero
degli affari esteri e della cooperazione internazionale. 
    Roma, 12 marzo 2019 
 
                          p. Il Presidente del Consiglio dei ministri 
                                   Il sottosegretario di Stato        
                                           Giorgetti                  

Registrato alla Corte dei conti il 2 aprile 2019 
Ufficio controllo atti  P.C.M.  Ministeri  della  giustizia  e  degli
affari esteri e della cooperazione internazionale,  reg.ne  succ.  n.
684 
La Redazione

Autore: La Redazione

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